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La consulenza finanziaria automatizzata

28 Lug 2019

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Trend Tecnologici

La consulenza finanziaria automatizzata è un fenomeno che sta diventando sempre più rilevante non solo per le imprese. Infatti secondo molti esperti del settore, in futuro sarà sempre più utilizzato anche dai privati.

Detto questo, quali sono le reali dimensioni del fenomeno in Italia?
PwC (PricewaterhouseCoopers, network internazionale operativo in 158 Paesi che fornisce servizi di consulenza direzionale e strategica) stima che in Italia questi robot valgono lo 0,06% del risparmio gestito, in Gran Bretagna lo 0,12% e in Germania lo 0,25%.
Nel complesso il vecchio continente è molto indietro rispetto alle grandi potenze industriali come gli Stati Uniti (dove il robot advisor rappresenta il 2% del mercato), ma soprattutto della Cina dove la consulenza, e gestione, di denari da parte degli algoritmi vale il 4,26% degli AuM (Asset Under Management) totali.

Considerato lo sviluppo economico del gigante asiatico, il numero non stupisce. La sua crescita congiunta ai comportamenti dei risparmiatori, è andata a braccetto con la digitalizzazione dei consumi. Totalmente diversa la situazione Italiana, il bel paese sul fronte del risparmio è fortemente bancocentrico. Molte banche italiane, per stare al passo dell’evoluzione tecnologica, hanno scelto il cosidetto “robot advisor ibrido”: ossia il robot al servizio dell’esperto persona fisica.   

In futuro anche in Italia questi algoritmi saranno sempre più utilizzati, questo sopratutto per i costi. Si stima infatti che la consulenza dei robot si attesta intorno ai 30 e i 120 punti base, mentre l’advisory tradizionale è tra i 150 e 200 punti base. Insomma è evidente la differenza, ma allora perchè in Italia ha un riscontro così debole da parte dei consumatori? Tra questi certamente la scarsa cultura finanziaria degli italiani che non analizzano gli oneri legati alle gestioni.

Al di là della cultura e dei costi è fondamentale capire anche le performance dei sistemi automatizzati. Va detto che, secondo gli esperti, effettuare confronti con i sistemi classici non è facile. Negli Stiti Uniti PwC ha realizzato una complessa analisi delle performance simulate di portafogli, in un periodo piuttosto esteso, tra il 2012 e il 2017. Dalla ricerca è emerso che i gestori automatici in generale battono i benchmark di riferimento. Il 75% delle soluzioni dei robot advisors hanno infatti sovraperformato gli indici di confronto.

Le premesse per una crescita di queste tecnologie sembrano esserci, anche in Italia. Probabilmente, da un lato, nella forma integrata con l’advisory umano e dall’altro, visto l’alto costo dei player indipendenti per acquisire nuovi clienti, tramite partnership tra Fintech e banche.

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